Album: Ghost of New York
Author: Michele Viali
Publication: Darkroom (source)
Date: 02/01/2010

As you know that small circle that has got to deal with the work of Frank Rothkamm, this American author has always had the primary purpose of linking sounds to experiment with concepts, creating a music always aimed to communicate thoughts. No exception "Ghost Of New York", the first part of a tetralogy that will be composed of three CDs and a DVD to 'give voice' to the many souls who have lived in New York. An ambitious work and fantasy that finds its pin electronics abstract made of curious quibbling analog minimal layers similar to the retro sounds of an old video game crazy and ambient noise from the strong connotations vintage. In the end it is hard to find the link between the songs to the theme, however remains impressed some cool background, perhaps caused by a strong pleasure in proposing sounds weird interlinked so absurd, traces through all the same. The print run (333 copies), the duration and titles evoke ectoplasmic setting, but not horror: Unfortunately synthesizers can not go the same way too self become caught in a speech, devoid of any atmosphere and, ultimately, more curious and experimental, and uncommunicative. In his long career and obscure Rothkamm certainly managed to make albums more effect than this "Ghost Of New York", which unfortunately left with a bitter taste.

-- original Italian --

Come già saprà quella ristretta cerchia che ha avuto modo di confrontarsi con i lavori di Frank Rothkamm, questo autore statunitense ha sempre avuto il precipuo scopo di sperimentare collegando i suoni ai concetti, creando così una musica sempre finalizzata a comunicare pensieri. Non fa eccezione "Ghost Of New York", il primo tassello di una tetralogia che sarà composta da 3 CD e 1 DVD per 'dare voce' alle tante anime che hanno vissuto a New York. Un lavoro ambizioso e fantasmatico che trova il suo perno in un'elettronica astratta fatta di curiosi arzigogoli analogici, stratificazioni minimali retrò simili ai rumori di un vecchio videogioco impazzito e un noise ambient dalle forti connotazioni vintage. Alla fine si fa fatica a trovare il nesso che lega i brani al tema portante, per contro rimane impressa una certa freddezza di fondo, causata forse da un forte compiacimento nel proporre suoni strambi legati tra loro in modo assurdo, attraverso tracce tutte uguali. La tiratura (333 copie), la durata e i titoli rimandano ad un'ambientazione ectoplasmatica, ma non orrorifica: purtroppo però i sintetizzatori non riescono a percorrere la medesima via arenandosi in un discorso troppo autoreferenziale, privo di qualsivoglia atmosfera e, in definitiva, più curioso che sperimentale, nonché poco comunicativo. Nella sua lunga ed oscura carriera Rothkamm è riuscito sicuramente a comporre album di maggiore effetto rispetto a questo "Ghost Of New York", che purtroppo lascia con l'amaro in bocca.

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